Uno dei più importanti diritti riconosciuti nel nostro Paese in favore delle persone con disabilità è il diritto al trasporto pubblico. Tale diritto consiste nel dovere degli enti pubblici di garantire alle persone disabili la possibilità di usufruire dei mezzi pubblici come avviene per tutti gli altri cittadini. I mezzi di trasporto, ovviamente, devono essere adattati per l’ingresso di persone con handicap e dunque prevedere pedane di accesso e spazi riservati.
Tale diritto è previsto da diverse norme di legge quali l’art. 26 della L. n. 104/1992 e, per la Regione Sicilia, dall’art. 6 della L. n. 68 del 1981.
In concreto il diritto al trasporto pubblico dovrebbe essere garantito dai comuni istituendo servizi di trasporto gratuito per gli spostamenti all’interno del territorio comunale e, in particolare, per la frequenza degli asili-nido, della scuola di ogni ordine e grado, dei corsi di formazione professionale e dei centri educativo-riabilitativi.
Il mancato riconoscimento del diritto al trasporto per le persone con disabilità comporterebbe una grave forma di discriminazione ovvero un illegittimo trattamento differenziato delle persone disabili rispetto al resto della collettività nell’accesso ai servizi pubblici. La discriminazione è un comportamento molto negativo in quanto impedisce alle persone disabili la c.d. inclusione sociale, ovvero la possibilità di far parte pienamente della collettività in cui si vive.
Di particolare interesse per le famiglie con all’interno persone disabili è proprio il diritto al trasporto gratuito presso i centri di riabilitazione.
In tale caso la legge stabilisce che se i comuni non sono dotati di mezzi di trasporto per persone disabili la legge prevede l’obbligo, in alternativa, di erogare contributi in denaro che siano parametrati alla distanza casa-centro riabilitativo.
A tal riguardo lo studio legale recentemente ha ottenuto un importantissimo provvedimento giudiziale. Si tratta di un’ordinanza del Tribunale civile che obbliga una pubblica amministrazione (nello specifico un Comune) a cessare la condotta discriminatoria e a fornire il servizio di trasporto gratuito presso il centro di riabilitazione in favore di una persona disabile.
La vicenda riguardava una persona con disabilità che per tanti anni non ha ricevuto, nonostante le reiterate richieste dei genitori, il servizio di trasporto gratuito presso il centro di riabilitazione frequentato, né un rimborso spese per i viaggi effettuati.
Tale provvedimento rappresenta un importantissimo precedente per successive azioni giudiziarie poiché è noto che, nonostante le norme in materia siano chiare, buona parte dei comuni si rifiutano di fornire ai disabili il servizio di trasporto presso centri di riabilitazione o un rimborso spese.
Nel seguente link si può vedere il servizio che un’emittente televisiva ha dedicato alla vicenda:
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